Scrivere per gli altri: il mestiere invisibile del copywriter.

Qual è il vero lavoro del copywriter?

Te lo spieghiamo partendo da un complimento ricevuto recentemente… i complimenti fanno sempre piacere 😉

“Lo fate bene, siete bravi a scrivere!”

Ce lo ha detto appunto qualche tempo fa un amico, uno che le parole le maneggia tutti i giorni. Fa media relation e lavora a stretto contatto con giornalisti, capi redattori, addetti stampa. Insomma, non uno qualunque!

Ma il tono con cui ce lo ha detto non era di semplice ammirazione. Era più vicino allo stupore. Quasi come se stesse dicendo: “Scrivete per gli altri e riuscite pure a farlo sembrare facile.”

Già, perché scrivere per gli altri non è solo questione di forma. È immedesimazione, è precisione, è empatia. È diventare, per un attimo, il massimo esperto di un settore che non conoscevi fino a due giorni prima. E scrivere con la sicurezza e la chiarezza di chi quel settore lo vive ogni giorno.

Essere un copywriter non è un gioco di prestigio. È un lavoro.

E lo facciamo tutti i giorni.

Il mestiere del copywriter

INDICE

  1. Scrivere per gli altri: oltre la penna, la testa e il cuore

  2. Parlare come il cliente (ma soprattutto al suo cliente)

  3. Il copy come base di ogni implementazione

  4. Quando i clienti non sanno da dove iniziare (e perché va bene così)

  5. Il copy è ovunque: senza parole non c’è digital marketing

  6. Conclusione: l’arte di scrivere come se fossi qualcun altro

1. Scrivere per gli altri: oltre la penna, la testa e il cuore

Fare copywriting non significa solo scrivere bene. Significa scrivere con uno scopo preciso, per un pubblico definito, rappresentando qualcuno che non sei tu.

Il copywriter è, prima di tutto, un ascoltatore. È colui che raccoglie informazioni, dati, dettagli, sottotesti. È quello che osserva come parla il cliente, come si muove nel suo settore, quali sono le parole che usa e quelle che evita.

E poi, con metodo, restituisce tutto questo sotto forma di contenuti chiari, sintetici, coerenti. Che funzionano.

Scrivere per gli altri è un esercizio di empatia e tecnica.

2. Parlare come il cliente (ma soprattutto al suo cliente)

Uno degli aspetti più affascinanti di questo lavoro è la capacità di imparare velocemente.

Scriviamo per il settore finanziario, per chi progetta sistemi ERP, per chi arreda uffici, per chi vende corsi di formazione, per chi produce macchinari industriali, per studi medici e per chi lavora nel digitale.

E ogni volta ci chiediamo: qual è il valore di ciò che stiamo promuovendo? E ancora di più: qual è il bisogno a cui risponde?

Scrivere per un cliente non vuol dire solo rappresentarlo. Vuol dire mettersi nei panni dei suoi clienti, e rispondere a ciò che vogliono sapere.

Scriviamo per convincere, per informare, per semplificare. Scriviamo per aiutare le persone a scegliere.

3. Il copy come base di ogni implementazione

Spesso si pensa che la strategia venga prima, il copy dopo. In realtà, è tutto più intrecciato di così.

Nel nostro lavoro, la strategia è fatta anche di parole. Molto dipende da come raccontiamo il prodotto, da come strutturiamo una pagina, da cosa scegliamo di mettere in evidenza e cosa no.

Quando lavoriamo insieme a un cliente non ci limitiamo a suggerire: implementiamo. E quando lo facciamo, una delle cose che ci viene chiesta più spesso è proprio questa: “Mi aiutate a scrivere?”

Perché il copy non è un dettaglio. È la voce della strategia.

4. Quando i clienti non sanno da dove iniziare (e perché va bene così)

“Ho bisogno di raccontare quello che faccio, ma non so da dove partire.”

Questa è una delle frasi più frequenti che ci sentiamo dire. E per noi è un ottimo punto di partenza.

Perché è proprio in quel momento che possiamo entrare in gioco: fare domande, mettere in ordine, tirare fuori ciò che conta davvero. Non per forza ciò che è più tecnico, ma ciò che fa dire al cliente del nostro cliente: “Ecco, era proprio questo che cercavo.”

Scrivere per gli altri, significa anche dare forma a ciò che spesso loro stessi fanno fatica ad esprimere.

5. Il copy è ovunque: senza parole non c’è digital marketing

Scrivere per gli altri non è solo un’attività da copywriter tradizionale. È il fulcro di tutto ciò che facciamo nel digital marketing.

Ogni progetto che seguiamo – che sia un funnel, una campagna ads, una pagina di vendita o un piano editoriale – parte (e si sviluppa) con le parole giuste.

Scriviamo copy per campagne Google Ads e Meta Ads, dove in pochi caratteri dobbiamo sintetizzare un valore, creare un’urgenza o generare curiosità.

Scriviamo email di nurturing e automazioni per funnel marketing, dove il tono, la sequenza, i trigger e l’obiettivo si muovono come ingranaggi perfettamente oliati.

Scriviamo testi per la definizione della brand identity: manifesti, mission, payoff, bio aziendali. Traduciamo valori e visione in formule sintetiche e coerenti.

Scriviamo copy per i piani editoriali dei social media, dove ogni caption deve stare in equilibrio tra informazione, empatia e call to action.

E scriviamo anche per aziende e professionisti che vogliono posizionarsi come esperti del proprio settore, creando articoli, white paper e contenuti educativi.

In pratica, se non sapessimo scrivere, semplicemente non potremmo fare questo mestiere.

Il copywriting è parte integrante di ogni nostra competenza: strategia, UX, advertising, branding, automazione, SEO. Ecco perché, anche se non lo vedi, c’è sempre.

E quando funziona, è perché abbiamo fatto bene il nostro lavoro.

6. Conclusione: l’arte di scrivere come se fossi qualcun altro

Essere copywriter significa essere traduttori. Non da una lingua all’altra, ma da un linguaggio tecnico a uno comprensibile. Da una visione aziendale a un bisogno reale. Da un contenuto generico a un messaggio incisivo.

Scriviamo per aiutare i clienti a vendere meglio, ma anche per aiutarli a capirsi meglio.

E, in fondo, gran parte del nostro mestiere è anche questo: scrivere per gli altri. Ma come se fossimo loro.

Noi lo facciamo ogni giorno. Ed è così che abbiamo trovato i nostri migliori clienti. I nostri migliori alleati.

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